Il Farmacista Counselor: ruolo, evoluzione e sinergia con i medici
Mai come in questi anni di pandemia abbiamo potuto toccare con mano l’importanza del ruolo delle farmacie, in tutto il Paese. Un ruolo che era già stato rafforzato trasformando, con il Decreto Legislativo n. 153 del 3 ottobre 2009, le farmacie da semplici fornitori a veri e propri riferimenti per cittadini che necessitano di usufruire dei servizi del Sistema Sanitario Nazionale. Ma chi è il Farmacista Counselor? Per capire meglio chi è questa nuova figura professionale cerchiamo di spiegare, prima di tutto, di che cosa si occupa.
L’attività di Counseling può essere proposta da un professionista specializzato nell’ambito e capace di accompagnare le persone in momenti particolarmente difficili della loro vita o in periodi di cambiamento. Il consueling è un uso della relazione basato su abilità e principi che sviluppano l’accettazione, l’autoconsapevolezza e la crescita della persona. Può essere mirato alla definizione di problemi specifici, alla presa di decisioni, ad affrontare i momenti di crisi, a confrontarsi con i propri sentimenti e i propri conflitti interiori o a migliorare le relazioni con gli altri, rispettando i valori, le risorse personali e la capacità di autodeterminazione dell’individuo (questa la definizione fornita da British Association for Couseling and Psycotherapy)
In ambito sanitario, il Farmacista con competenze di Counseling può aiutare le persone e i loro familiari ad affrontare problemi di salute, comportamenti a rischio, difficoltà di gestione di cari con patologie particolari, può accompagnare le persone a fare delle scelte per gestire in modo consapevole le difficoltà legate al loro stato di salute (scelta della badante, della casa di accoglienza, dell’avvio di una cura) e può infine incoraggiare persone, familiari e caregiver a reagire davanti ai periodi complessi e particolarmente delicati (un lutto, la degenerazione di una malattia). In parole semplici, possiamo dire che il ruolo più importante del Farmacista Counselor è aiutare le persone ad aiutarsi da sole.
Perché proporre il Counseling in Farmacia?
Per i suoi clienti, il Farmacista non è solo il titolare di un negozio o un fornitore di medicinali. In alcuni casi, diventa un sostegno, un consigliere, un confidente e una valvola di sfogo. Proporre il Counseling in Farmacia significa rendere ufficiali, professionali, concrete e più complete tutte le funzioni di aiuto, di indirizzamento, di incoraggiamento e di accompagnamento che il farmacista si trova già spesso ad affrontare.
Il Farmacista Counselor deve integrare le sue competenze – già numerose dopo l’acquisizione di un nuovo know how durante la pandemia – con alcuni elementi base della relazione d’aiuto e argomenti che riguardano la sfera emotiva-emozionale, il benessere naturale e nutrizionale, l’ecologia, la biologia e la geopatia, ma non solo. Inutile dire che una figura come il Farmacista Counselor ha un ruolo significativo anche nel processo di fidelizzazione dei clienti, oltre a offrire un aiuto e un supporto alle persone in difficoltà.
Il ruolo del farmacista, una meritata “consacrazione”
Negli ultimi 3 anni il ruolo del farmacista e della farmacia è sicuramente cambiato e la pandemia da Covid 19 ha accelerato questo processo di trasformazione. Il farmacista si sente ed è – per ovvi motivi – una figura di riferimento per il cittadino: la farmacia oggi ha la possibilità di offrire innumerevoli servizi, che vanno al di là della semplice dispensazione di farmaci e prodotti per il benessere e la salute, ed è diventata un presidio di assistenza sanitaria sul territorio, svolgendo un ruolo di pubblica utilità che le viene riconosciuto dai cittadini. Questi, alcuni dei risultati di una indagine realizzata da Ipsos Healthcare e Corporate Reputation per la Federazione Italiana Ordine dei Farmacisti.
Questa evoluzione rappresenta per la maggior parte dei farmacisti una meritata valorizzazione del proprio ruolo ma non è priva di difficoltà. L’eccessiva burocrazia, il complesso rapporto con il cittadino, l’impegnativa gestione dei diversi servizi rendono necessaria, in molti casi, una riorganizzazione strutturale della farmacia. Il ruolo del farmacista si è fortemente evoluto – evidenzia Ipsos – negli ultimi anni ed evolverà ulteriormente in futuro. La farmacia ha dimostrato essere un presidio sanitario territoriale fondamentale. I farmacisti hanno accolto la sfida ma, ovviamente, la strada non è stata e non è priva di criticità: l’ulteriore evoluzione verso la Farmacia dei Servizi avrà bisogno di sostegno e supporto da parte delle istituzioni affinché il farmacista riesca a realizzare pienamente il suo nuovo ruolo.
La sinergia con i medici di base
In questa ottica, gli ostacoli e le criticità della sanità italiana devono essere risolti con un lavoro certosino che realizzi un sistema di cura e di assistenza sempre più capillare e prossimo al cittadino. L’importanza di una riorganizzazione del territorio con investimenti sul personale e sulla ricerca è evidente. A tal proposito, è sempre più evidente che la sinergia tra farmacisti e medici sia un modello – inaugurato sotto pandemia – da portare avanti e sviluppare per la realizzazione di un’assistenza sempre capillare e prossima al cittadino.
Per costruire una sanità che metta davvero al centro i bisogni di salute dei cittadini deve esistere costantemente questo tipo di collaborazione. La pandemia ha fatto emergere chiaramente la necessità di fare squadra sul territorio: le sinergie interprofessionali, che trovano un rilevante supporto nella sanità digitale, non possono che essere la direttrice per realizzare la prossimità tanto professata e in attesa di essere declinata, per offrire ai pazienti un’assistenza capillare e continuativa.
